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La storia di questo Museo è di antica data come ha ricostruito con grande puntualità Pierluigi Leone de Castris, curatore di questo catalogo, le cui schede per ciascun opera sono state redatte da uno stuolo di storici dell’arte in funzione delle differenti tipologie delle collezioni e quindi delle singole specializzazioni.
Leone de Castris rilevando come l’origine del Museo possa farsi risalire al 1764, quando l’Abate Matteo Jacuzio raccolse un primo lapidario, ne ha sottolineato «l’eccezionalità nel contesto locale, la precocità e la natura tutta romana», dovuta alla frequentazione con il cardinale, studioso e collezionista, Stefano Borgia. Come quest’ultimo nel suo Museo di Velletri, Jacuzio «con l’esposizione congiunta di immagini cristiane e di idoli di altre religioni adorati nel territorio» esalta «oltre alla chiesa stessa l’antichità e la grandezza della sua abbazia».
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A cura di: Pierluigi Leone de Castris
Pugliese, ha studiato a Napoli e qui, per vent’anni, ha lavorato in Soprintendenza come ispettore e poi direttore, curando il nuovo allestimento del Museo di Capodimonte ed i cataloghi dei dipinti antichi di quel museo, di altri musei cittadini e di numerose mostre.
Ha poi insegnato nelle Università di Lecce, della Basilicata e negli ultimi dieci anni, come professore ordinario di Storia dell’arte moderna, nell’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, dove dirige inoltre la Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte.
Si è interessato in particolare di arte a Napoli e nel Meridione d’Italia fra il XIII e gli inizi del XVII secolo, ma anche di arte orafa, pittura e plastica minore nell’Italia del Due e Trecento, di storia del collezionismo e di museologia. Fra i suoi libri sono da ricordare le monografie su Polidoro da Caravaggio (1988, 2001), Simone Martini (1989, 2003) o Gian Cristoforo Romano (2010), i tre volumi della Pittura del Cinquecento a Napoli (1985, 1991, 1994), il catalogo della mostra Quattrocento aragonese (1997) e i tanti lavori sulla Napoli del Due e Trecento, come Arte di corte nella Napoli angioina (1986), Giotto a Napoli (2006), Pietro Cavallini. Napoli prima di Giotto (2013) o il catalogo della mostra Ori, argenti, gemme e smalti della Napoli angioina, 1266-1381.
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