Descrizione prodotto
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Il volume scaturisce dal lavoro di ricerca che da alcuni anni è stato condotto sull’architettura dell’edifico sede centrale della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.
La scelta di dedicare un volume alla vicenda architettonica della Stazione Zoologica di Napoli e di intitolare questo libro l’Architettura delle Idee scaturisce da un duplice motivo: l’aver profondamente apprezzato lo spirito innovativo che ha animato il suo fondatore e l’interesse per le particolari circostanze che ne hanno contrassegnato il carattere architettonico e il suo farsi costruzione.
Il lavoro, oltre a contare su numerosi documenti inediti provenienti dall’Archivio Storico della Stazione Zoologica di Napoli e su una serie di disegni, anche questi inediti, elaborati dopo una intensa attività di rilievo, che documentano lo stato attuale dell’edificio, può contare anche sul ritrovamento di numerosi schizzi e disegni di progetto di Adolf Hildebrand e di Carl Sattler, fino ad ora non pubblicati, che sono stati consultati presso l’Architektur Museum della Technische Universität di Monaco e presso la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco.
La genesi architettonica di questo singolare edificio si palesa quale chiara dimostrazione di un radicato interesse per i processi storico-architettonici, politico-sociali nonché scientifico-culturali, che hanno determinato, dalla seconda metà dell’Ottocento sino alla prima metà del Novecento, gli episodi salienti della costruzione mentale e materiale di questo Fabbricato che raccoglie, nel suo divenire architettonico, l’essenza precipua dello sviluppo continuo e progressivo che da sempre ha animato il motivo stesso di esistere di questa istituzione scientifica.
Il lavoro raccolto nel presente volume ha voluto attentamente ricostruire il processo ideativo progettuale che ha animato, dal 1872 al 1959, le diverse fasi di costruzione dei quattro corpi che oggi costituiscono quello che appare come un unico manufatto architettonico, sede della Stazione Zoologica. L’indagine ha attinto ad uno straordinario corpus grafico e descrittivo che ha consentito di esaminare, con l’apporto di frequenti ipotesi interpretative, i materiali ascrivibili in primo luogo ad Anton Dohrn, autentico, e talvolta sottaciuto, autore e ideatore propulsivo della genesi dei primi tre edifici, e poi, qui citati solo secondo una sequenza temporale, i progetti, i disegni e gli scritti di Oscarre Capocci, di Adolf [von] Hildebrand, di Hans von Marées, di Giacomo Profumo, di Comingio Merculiano, di Max Arlt, di Carl Sattler, di Frediano Frediani.
Il risultato è stato quello di ripercorrere un’avventura senza eguali dal punto di vista scientifico e da quello della sua compenetrazione ideativa con la composizione in itinere della sua architettura, attraverso gli strumenti di introspezione conoscitiva che solo l’azione dello scrutare il complesso sistema segnico sotteso alla processualità progettuale, che è propria del Disegno, ha consentito di raggiungere.
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